La cometa C/2019 Y4

di Fabrizio Aimar, Giorgio Ghio.

Periodo osservativo Febbraio-aprile 2020.

La cometa in esame.
E’ stata scoperta il 28.12.19 dal sistema Atlas con lo strumento situato al Mauna Loa.
I dati dinamici finora disponibili sembrano confermare un’orbita aperta (parabolica) simile a quella della C/1844 Y1 di cui potrebbe essere un frammento; pareva destinata a diventare molto luminosa in vicinanza del perielio a maggio, ma all’inizio di aprile ha evidenziato segni di instabilità del nucleo poi sfociati in una notevole frammentazione che ne ha progressivamente aumentato la magnitudine.

Osservazioni e strumenti.
Nel periodo 28 febbraio – 15 aprile l’abbiamo osservata per 6 notti con due riflettori da 20-25 cm situati in postazioni di pianura, ricavando alcune centinaia di immagini CCD b/n non filtrate a campionamenti variabili fra 0,7 ed 1,6”/px a seconda delle focali e del binning.
La declinazione elevata ne facilitava la ripresa, che aveva come obiettivo solo quello di seguirne l’andamento morfologico.
Le immagini, dopo trattamento con dark e flat, sono state analizzate mediante sistemi classici quali falsi colori, Larsen Sekanina, deconvoluzione.

Risultati.
I fenomeni riscontrati evidenziano il passaggio da una condizione normale a quella di una distruzione progressiva che, partendo dall’allungamento del falso nucleo, è proseguita con getti ed espulsioni anche in anticoda fino a trasformare la cometa in una processione scomposta di frantumi non sempre risolti dai nostri telescopi.
Le immagini sono poi state regolarmente confrontate con altre disponibili in rete e provenienti da strumenti maggiori, in modo da confermare le nostre conclusioni anche a fronte degli artefatti che possono insorgere a causa dei trattamenti sopra citati.

Commento alle immagini.
Nella denominazione delle foto che seguono F e G indicano gli autori, mentre negli altri casi la fonte è indicata in modo completo.
Fino a fine febbraio la cometa appare come un oggetto poco appariscente (G1) molto condensato, con chioma e coda visibili quasi solo nelle foto estetiche; Il moto apparente di 1,8”/min non permette pose lunghe a focali elevate.
Il 10 marzo con filtro LS si nota la coda di polveri curvata verso il percorso orbitale (F1,G2), mente una forzatura delle stesse immagini evidenzia la debole coda ionica (G2) dominata dalla direzione del vento solare e non visibile in F1 a causa della focale impiegata.

A partire dal 3 aprile si nota che il falso nucleo e la chioma interna, prima tondeggianti (G1a) tendono ad allungarsi sempre più (G3). Fra l’8 ed il 10 aprile compare quello che sembra un getto ma poi si rivela una grossa espulsione in anticoda (G4), confermato ad esempio dall’osservatorio MPC C23 di A. Diepvens in Belgio.

I fenomeni descritti si notano anche in tutte le immagini di Fabrizio, riprese con strumentazione diversa dalla mia e spesso nelle stesse notti; questa conferma è sempre importante.

Poco per volta il profilo fotometrico lungo l’asse che va dalla coda verso il falso nucleo si complica, passando da un andamento classico con un unico centro fotometrico ben definito (A) verso una situazione sempre più caotica dove tra i punti luminosi si alternano aree scure irregolari e mutevoli (B, C): sono i numerosi frammenti che viaggiano in un grappolo disordinato.

Il 15 aprile arriva l’evento più critico: il nucleo si spezza in due frammenti molto vicini.
Fabrizio riesce a fotografare il fenomeno, invisibile nella foto non trattata (F2) ma ben chiaro in F2a, dove la deconvoluzione ingrandita mostra due centri fotometrici distinti.
Una segnalazione di Marco consente di confermare l’accaduto per confronto con la ripresa dell’osservatorio MPC B67 Mirasteilas dotato di riflettore RC da 90 cm.

A questo punto la curva di luce, che da un po’ aveva interrotto la salita verso le basse magnitudini, crolla verso la 15a con un andamento deciso: la cometa appare come un debole oggetto diffuso, allungato e scarsamente distinguibile dal fondo cielo.
L’assenza di un unico centro fotometrico ben definito limita l’utilizzo dei filtri a gradiente e rende difficili le osservazioni amatoriali.
Al momento non sappiamo se quello che resta della C2019Y4 arriverà al perielio e ne uscirà in qualche modo.
In ogni caso il grande spettacolo è mancato, ma almeno l’uscita di scena è stata – nel suo piccolo – un fenomeno interessante.
Va comunque ricordato che la frammentazione cometaria è un fatto assai frequente, destinato a smentire regolarmente le previsioni.

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